Dopo la bellissima gara svoltasi al Mugello domenica, ho pensato a quanto visto in gara, alla differenza che passa tra un buon pilota e un vero e proprio fuoriclasse, i cosi detti: Top Rider.
Una volta alla TV ci parlavano dei fantastici quattro (Rossi, Stoner, Lorenzo, Pedrosa, non necessariamente in questo ordine) che dominavano le posizioni che contano nell'arco di tutta la stagione e nel loro susseguirsi. Con l'addio di Stoner dal mondo delle corse, il suo posto è stato preso da un "bambino" prodigio di nome Marc Marquez (due mondiali al debutto), ma la storia non è cambiata. L'unico ad aver vinto dal 2008 (anno in cui si è formato il quartetto) ad oggi una gara di Motogp che non fosse dei fantastici è stato Ben Spies nel 2011.
Moto vincenti: Ducati, Honda e Yamaha.
Ovviamente i team privati hanno avuto la stessa probabilità di vincere, di quella che occorrono per fare un Superenalotto.
Quindi la moto performante è importante? Certamente è fondamentale, ma da sola non basta.
Serve sempre qualcuno che la sappia guidare, ed è qui che escono le differenze. Non per rivangare il passato, ma sicuramente ricorderete una Ducati "imbattibile" con Stoner che nelle mani degli altri diventava un "cancello". Una moto da podio la domenica, diventata tredicesima (o giù di lì) al lunedì.
Oppure una Yamaha vincente nel 2011/2012 con il solo Lorenzo (ad esclusione di quell'unica volta di cui sopra).
Fino ad arrivare ad oggi dove, a guardare il solo Pedrosa, la Honda sembri la brutta copia della moto degli anni precedenti, ma che in realtà grazie al talento di Marquez ha già vinto e lottato per la vittoria anche domenica.
Certamente la moto ha grandi carenze (altrimenti non avrebbe perso in volata per 0'019), ma un fuoriclasse riesce a nasconderne le lacune dandogli un valore aggiunto.
Un buon pilota ti fa una grande qualifica, ma alla domenica ti sbaglia la partenza e bazzica lontano dal podio (Vinales). Oppure riesce ad andare a podio (Iannone) grazie ad una buona rimonta, ma spreca quella che poteva essere sulla carta la sua giornata (ritmo di gara non esasperato come si prevedeva, moto collaudata su quella pista da secoli, maggior velocità di punta, autore del giro veloce).
Mentre i fuoriclasse, quelli veri, nonostante siano stati fischiati da 100.000 persone per tre giorni, abbiano dovuto girare accompagnati dai body guard per tutto il week end (cose che avrebbero potuto destabilizzarli), come i migliori prestigiatori hanno tirato fuori dal cilindro la gara più adrenalinica dell'attuale stagione. Sempre al limite, provando sorpassi impossibili solo per placare la loro sete di vittoria, mai arrendevoli fino alla bandiera a scacchi.
L'anno prossimo ci saranno molti verdetti (le tre case principali avranno nuovamente un top rider): la Ducati saprà se la rincorsa prestazionale agli avversari sarà conclusa, sapremo se Vinales diventerà un top rider a tutti gli effetti, sapremo se Lorenzo (come molti dicono) era in grado di vincere solo con la Yamaha. Ci aspetta un grande futuro, ma godiamoci ancora il presente che, concluso il mercato piloti, ha ancora tanto per farci divertire.
Sarebbe bello sbagliarsi, ma la storia recente ci insegna che vincono solo i top rider.
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