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martedì 2 gennaio 2018

Ducati presenta la Desmosedici GP18 il 15 Gennaio: alla ricerca dell'equilibrio

Il tempismo in MotoGP è tutto e Ducati sarà la prima a togliere i veli alla propria arma per battere tutti nel 2018: una moto che nasconde una rivoluzione

La Desmosedici cambia di anno in anno, mostrando sempre dei progressi enormi sotto tutti gli aspetti. Dal motore all'aerodinamica, passando per innovazioni tenute segrete come la famigerata "salad-box" presente sulla GP17, il cui contenuto è rimasto sconosciuto. Tanti, tra cui noi, hanno ipotizzato si tratti di un mass damper. Tutti questi passi in avanti non sono però riusciti negli anni a cancellare del tutto quello che è da sempre il tallone d'Achille delle MotoGP costruite a Borgo Panigale, ovvero la capacità di tenere una velocità di percorrenza molto elevata nei curvoni che caratterizzano molti tracciati del campionato, tappe in cui Ducati ha sempre sofferto.

Ed è proprio su questo aspetto che si sono concentrati gli sforzi degli ingegneri in Rosso per migliorare la moto senza perdere niente dei suoi punti forti. La problematica era infatti nella possibilità di incorrere nella classica coperta corta, migliorando il progetto in alcuni aspetti e rischiando di perdere la bussola sotto altri. La soluzione che si è scelto di percorrere è quella di adottare un telaio più corto sulla Desmosedici GP18, compiendo una scelta tecnica in un certo modo epocale.

Ducati ha sempre avuto nella frenata e nella stabilità i suoi punti forti dal punto di vista ciclistico e questi due aspetti sono entrambi stati favoriti dalle quote ciclistiche della Desmosedici. Adesso la strada imboccata è diversa e porterà ad una moto più cattiva, ma probabilmente più svelta ad entrare in curva e adatta a tenere velocità da riferimento alla corda. 


Ovviamente l'idea è quella di non sacrificare quegli aspetti che hanno permesso ad Andrea Dovizioso di lottare per il titolo fino all'ultimo GP della stagione 2017, ma è chiaro che qualsiasi scelta tecnica porti sempre ad un compromesso tra quello che hai e quello che vorresti avere. La chiave del successo sta nel trovare il perfetto equilibrio tra questi fattori, un aspetto in cui la Yamaha è stata per anni maestra con la M1, salvo poi perdere il bandolo della matassa nella scorsa stagione.

Un altro aspetto molto delicato e che riguarda proprio l'equilibrio, è relativo invece agli uomini e non ai mezzi. In Ducati, a dispetto delle belle dichiarazioni di fine stagione, non regna un clima particolarmente tranquillo tra Dovizioso e Lorenzo. Nelle sue ultime dichiarazioni rilasciate a Il Giornale, Desmodovi ha dichiarato in modo abbastanza polemico di non aver gradito il comportamento di Lorenzo nelle ultime due gare, senza però affondare con eccessiva cattiveria. Ha poi sottolineato che non è scontato l'accordo con Ducati anche per il futuro e questa è davvero una pessima notizia, che potrebbe portare ad una stagione da separati in casa assolutamente non piacevole per nessuno. 

Un 2018 insomma pieno di domande, pieno di incognite ed alla ricerca in tanti aspetti diversi di quella parola magica che potrebbe portare al titolo, ovvero l'equilibrio. Da Ducatisti puri e crudi, ci vengono in mente la cattiveria agonistica di Carl Fogarty, il talento selvaggio di Casey Stoner ed anche la tenacia di Troy Bayliss. Tre personaggi che con l'equilibrio hanno sempre avuto poco a che fare e che hanno vinto tantissimo in sella alle Rosse. Siamo proprio certi che dalle parti di Bologna per vincere serva equilibrio?

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