Lo spagnolo Héctor Barberá nel 2018 correrà in Moto2, con un pacchetto tecnico per puntare la titolo. Ecco le sue ragioni ed i motivi di una stagione pessima in Ducati Avintia
Tra i tanti talenti spagnolo approdati in MotoGP, Héctor Barberá è stata senza dubbio una delle promesse su cui c'erano maggiori aspettative. Una carriera da grande protagonista in 250, con i celebri duelli con Marco Simoncelli, facevano da sfondo ad un salto nella massima categoria che avrebbe potuto portare dei risultati migliori.La grande occasione si è presentata quando Barberà ha potuto sostituire Andrea Iannone in sella alla Ducati del Team Factory nel 2016, ma i risultati non furono esaltanti e lo spagnolo ha vissuto nel 2017 una pessima stagione, conclusa al 22° posto della classifica generale, alle spalle anche di Bradley Smith e della sua debuttante KTM.
Lo spagnolo ha lasciato la MotoGP al termine della stagione con un passaggio annunciato alla Moto2, per tentare di vincere il titolo in sella ad una Kalex del Team di Sito Pons. In una intervista a motogp.com, Barberá ha spiegato nel dettaglio le ragioni dietro un crollo di prestazione molto importante, che ha stonato tantissimo con gli ottimi risultati del 2016: «Questa è stata probabilmente la mia stagione più difficile della MotoGP, perché il mio feeling con questa moto non era buono. Già durante i test invernali, sapevo che sarebbe stato un anno difficile per me».
Le sensazioni dello spagnolo non sono cambiate nel corso della stagione, costringendolo a correre costantemente in difesa: «Avevo ragione già in inverno, perchè dopo diciotto gare ho sempre provato le stesse sensazioni. Avevo problemi di chattering, di grip e stabilità».
Hector ha anche spiegato il suo punto di vista sulla grande stagione di Dovizioso, analizzando quanto la tecnica di guida del Desmodovi sia adatto alle caratteristiche della Desmosedici: «La Ducati è perfetta per Dovizioso, che uno stile di guida perfetto per questa moto. Frena nel modo giusto. Io invece ho sempre cercato un buon feeling con la gomma anteriore per frenare tardi ed entrare in curva in un certo modo. Ma con questa moto, quando riprendevo il gas ho spesso perso l'anteriore. Ho sempre avuto lo stesso problema».
Un problema di DNA della moto che Barberà non è mai riuscito a risolvere o almeno arginare: «Per poter ridare gas, dovevo sempre aspettare molto e questo costa troppo tempo. Ho calcolato circa un decimo ad ogni curva, che in una pista di 15 curve fa 1,5 secondi. Nel 2016 sono stato decimo nel mondiale, sono stato quarto a Sepang ed ho fatto altre tre top 6. Nel 2017 è stato impossibile ripetere questi risultati».
Lo spagnolo ha anche svelato che sarebbe potuto rimanere in MotoGP, preferendo però prendere una strada diversa e poter correre con ambizioni di vittoria: «Avrei avuto un contratto per il 2018, ma con la stessa moto. Ma per essere veloce, devi divertirti. Quando ho corso nella middle class, ero in grado di competere ad ogni weekend per il podio ed è stato sempre grandioso. Adesso la Moto2 è una nuova sfida per me e se non sarò veloce lì, potrebbe anche essere il momento di smettere. Ma credo che in realtà avrò tutto per vincere».
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