Il 2018 sarà senza dubbio l'anno del V4 Ducati e ci piacerebbe sapere in quanti vorrebbero una versione di media cilindrata per sfidare tutti in Supersport ed avere una sportiva perfetta nel box
La Ducati è senza dubbio un punto di riferimento tra le maxi sportive stradali. Con la serie 916 e poi 999, 1098 per finire alla Panigale V2 ed oggi alla Panigale V4, c'è sempre stato posto al top per le ammiraglie sportive di Borgo Panigale. Ma cosa è successo nella middle class, quella 600 cc che fino a pochi anni fa era un vero territorio di caccia grossa per i giapponesi?
Il mercato di questo segmento ha subito una contrazione molto forte in questi anni, e mentre in passato ogni anno Honda, Suzuki, Yamaha e Kawasaki presentavano qualche novità, la situazione attuale è decisamente differente. I modelli delle Case giapponesi sono fermi a qualche anno fa, con la Yamaha che ha presentato una versione aggiornata della R6 solo l'anno scorso. Ci sono poi le europee Triumph e MV Agusta, che con le proprie 3 cilindri 675 offrono un'alternativa molto valida.
All'appello manca in modo piuttosto evidente la Ducati, che con la serie 848 ha deciso di giocare una partita differente, rinunciando alla possibilità di correre in Supersport pur di avere a listino una media sportiva appetibile per coprire quella fascia di mercato. La situazione non è cambiata con l'avvento della Panigale 899 e poi 959, che di fatto avvicina la cilindrata piena di 1000 cc, ovvero quella che caratterizzava le maxi Ducati fino al 2007.
Sono tutte moto splendide che senza dubbio regalano prestazioni più abbordabili rispetto alle sorelle maggiori a cilindrata massima, e restano anche più avvicinabili in termini di prezzo. Eppure la presentazione della Panigale V4 ha aperto la strada ad una nuova generazione di sportive. Le ipotesi che si potrebbero prendere in considerazione sono due, e dipendono molto dalla volontà o meno di Ducati di competere in ambito sportivo con questo ipotetico modello middle class.
Secondo noi, il downsizing del Desmosedici Stradale si potrebbe declinare in due modi, ovvero una variante di 600 cc, pensata proprio per lottare ad armi pari con le rivali giapponesi e sfidarle in Supersport e poi un'altra ipotesi forse anche più affascinante, ovvero la scelta di creare una versione 750 cc del V4. Perchè questa cilindrata?
Chi conosce la storia della SBK, non si pone affatto questa domanda sapendo perfettamente che fino al 2002, le sportive giapponesi a quattro cilindri schierate in SBK erano proprio caratterizzate da questa cilindrata. La Honda corse prima con la RC-30 e poi con RC-45, due veri gioielli di tecnologia, prima di scendere in pista con la VTR nel 2000. La stessa cilindrata caratterizzava la splendida Yamaha R7, la Suzuki GSX-R e la verdona per eccellenza, ovvero la Kawasaki ZX-7r.
Crediamo che la questione non sia da sottovalutare e soprattutto non è da sottovalutare che le attuali maxisportive hanno prestazioni che non sono minimamente sfruttabili per un utilizzo stradale. E' pur vero che l'elettronica ha cambiato in modo radicale il comportamento delle moto e che una 998 con 215 Cv e senza controllo di trazione sarebbe stato un problema enorme su strada anche per Troy Bayliss, mentre una Ducati Panigale 1299 con i controlli settati al massimo è tutto sommato utilizzabile da una grossa fetta di utenti.
Resta però innegabile che uno degli aspetti più belli della guida sportiva è il fatto di sentire che si sta spremendo davvero il mezzo meccanico, che si sta sfruttando ogni singolo cavallo e tutti i vantaggi della ciclistica di questa o quella moto. In quanti oggi sentono di sfruttare al massimo le maxisportive? Certo, c'è la pista, i turni di prove libere e in questi ambiti è possibile sperimentare in sicurezza le prestazioni monstre di queste moto, ma in quanti hanno la possibilità economica ed anche la disponibilità del tempo necessario per dedicare risorse a quest'aspetto?
Pensiamo all'utente medio, all'appassionato che lavora l'intera settimana e che solo nel week end (e non tutti i week end magari) può godersi la propria moto, pagata con enormi sacrifici. Una moto con una potenza superiore ai 200 cv è in ogni caso un oggetto che in qualche modo intimidisce e non sempre avere più potenza equivale a divertirsi di più. Ecco dunque che in quest'ottica, e per questo tipo di utente, una V4 a cilindrata ridotta potrebbe essere una moto semplicemente perfetta.
Per tanti anni, per chi voleva una sportiva di razza che non spaventasse troppo, la GSX-R 750 ha rappresentato una delle migliori opzioni sul tavolo. Non pensate che una Ducati V4, con cilindrata compresa tra 600 e 750 cc, possa rappresentare perfettamente un concetto come questo?
Siamo curiosi di sapere cosa ne pensate!
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