Tre volte campione e nel ruolo di favorito d'obbligo nel 2018, Jonathan Rea potrebbe cedere alle sirene della MotoGP
Di un passaggio di Jonathan Rea in MotoGP se n'è parlato a lungo. Addirittura durante il 2017, verso metà stagione, era iniziata a circolare una bufala presto smentita di un possibile subentro in Suzuki già nel 2018 per silurare un Andrea Iannone all'epoca in enorme difficoltà in sella alla moto di Hamamatsu. Ci ha pensato lo stesso Rea a smentire qualsiasi speculazione, affermando a più riprese di amare la SBK e di voler restare nella famiglia Kawasaki.C'è da considerare che in MotoGP Jonathan Rea ci ha messo piede già nel 2012, quando si è trovato a sostituire per due round l'infortunato Casey Stoner. Il bottino di quelle due gare recita una doppia top ten che non è magari entusiasmante, ma brilla senza alcun dubbio se paragonata ai risultati di Van Der Mark in sella alla Yamaha M1 del Tech3 orfana di Folger. All'epoca la Honda fece di tutto per trattenere in SBK sulla CBR il britannico, che però ha deciso di lasciare la Casa di Tokyo quando ha compreso che non sarebbe mai approdato in un top team MotoGP e che in SBK non avrebbe vinto nulla restando in sella all'ormai vetusta CBR.
La storia insegna che Jonathan aveva ragione da vendere, riuscendo a diventare il Cannibale della SBK in sella alla Kawasaki. Un mostro divora-avversari capace di issarsi anche in cima alla lista dei tempi di tutti i test disputati in concomitanza sulla stessa pista delle MotoGP. I Manager del Paddock prototipi non hanno potuto non notare queste prestazioni, ed un ruolino di marcia nel 2017 che recita 556 punti, ovvero il record storico, e 24 podi complessivi su 26 manches, arricchiscono un curriculum che spaventa.
Eppure Rea non ha ceduto alle prime lusinghe ricevute ed ha anche argomentato in modo assolutamente convincente le sue scelte: «I test invernali sono molto importanti. Le regole cambieranno nel 2018, ma sono fiducioso che in Kawasaki saremo in grado di fare un ottimo lavoro. Forse non saremo in grado di essere competitivi come lo siamo adesso, ma continuerò a dare il 100% ogni volta che salirò sulla moto. Farò parte della famiglia Kawasaki per tutto il 2018 e non ho ancora pensato molto a quello che accadrà dopo. Nel mondo delle gare, si pensa quasi sempre di anno in anno. Cambiano le condizioni e cambiano gli obiettivi personali ed a metà della prossima stagione potrò pensare a cosa riserva il futuro per me. Prima però cercherò di difendere il titolo di campione SBK».
Alle soglie del 2018, Jonathan Rea è più che consapevole che la prossima stagione ci saranno moltissimi cambiamenti sul tavolo. Scadono tutti i contratti dei top rider sia di MotoGP che di SBK, ed un pilota come Rea può davvero diventare una pedina importante per entrambi i mercati: «Il 2018 sarà una delle stagioni più interessanti per i manager e per i top rider. I contratti di tutti i top rider scadranno, forse nuove opportunità si apriranno per me o forse no. Sono stato ospite alla gara MotoGP a Silverstone. Non voglio fare i nomi dei Team Manager, ma posso affermare che alcuni tra quelli più rispettati mi hanno proposto di guidare in MotoGP».
Il tre volte campione SBK conferma dunque che il Paddock MotoGP è assolutamente sensibile al suo potenziale come pilota e che le proposte non mancherebbero: «Non lo faccio perchè ora come ora, la mia unica possibilità sarebbe di andare a correre con qualche moto di fine griglia. Tra l'altro senza guadagnare soldi, ma solo per far parte dello show. Nel mondiale SBK corro con una moto Factory e guadagno bene. Se non ho alternative valide, sto bene così. Il mio obiettivo era diventare campione del mondo e l'ho raggiunto. Quello che verrà dopo è come un bonus».
Nella sua lunga intervista a Speedweek, Rea continua ad elencare i motivi per cui non passerebbe in MotoGP, ma proprio alla fine si lascia scappare quello che tutti aspettavano: «Mi piace la vita in SBK, guadagno bene per correre e vinco molto. Abbiamo 13 eventi in una stagione, la pressione non è alta come in MotoGP, dove corrono per 18 weekend e presto diventeranno di più. Sono da molto tempo in SBK, i giornalisti ed i media in generale sono sempre gentili con me. E' come una famiglia per me, tutto è molto aperto, accessibile. D'altra parte sono all'apice della mia carriera e non ho mai guidato bene come adesso. Potrebbe essere il momento giusto di cambiare. Vedremo».
Essendo questo un blog che parla di Ducati, in tanti potrebbero domandarsi: "ma perchè scrivere di Jonathan Rea qui?". Le ragioni sono molteplici, nonostante attualmente Jonathan Rea sia un pilota Kawasaki. Il primo punto, è che l'eventuale passaggio in MotoGP al termine del 2018, porterebbe la Ducati Panigale V4 a debuttare nel 2019 senza confrontarsi con il mastino della categoria. Un vero peccato, perchè battere il binomio formato da Rea e dalla Kawasaki sarebbe un grandissimo volano mediatico per la nuova ammiraglia sportiva Ducati. Il secondo punto invece riguarda il passaggio in MotoGP e quindi il 2019.
Chi conosce davvero bene il valore di Jonathan Rea?
Probabilmente, gli unici che davvero sanno quanto vale il campione britannico sono in pochi. Di questa cerchia fa parte la Honda, che l'ha fatto correre in SBK per tantissimi anni portandolo anche a Suzuka. Lo sanno perfettamente in Kawasaki, che godono della guida incredibile di Jonathan da tre anni e non vorrebbero lasciarlo andare per nulla al mondo. E poi lo sanno benissimo in Ducati. Lo sanno perchè Rea in sella alla Ninja è stato l'incubo ricorrente per gli ingegneri Ducati che hanno lavorato al progetto Panigale SBK. Un binomio finora imbattibile, con tantissimi che indicano proprio nel talento del pilota il vero segreto della Kawasaki.
Difficile immaginare che ci sia una sella Honda "buona" in MotoGP, mentre per la Kawasaki nonostante qualche timido approccio, sembra che l'idea di tornare tra i prototipi sia lontana. Quindi resta la Ducati, perchè uno dei motti più validi nel Racing recita: "Se non puoi batterli, mettili sulla tua moto". A Borgo Panigale conoscono il valore di Jonathan Rea, e metterlo su una Desmosedici competitiva potrebbe essere una soluzione davvero intrigante. Lasciando perdere le due selle del team Factory, restano in ballo le due moto del Team Pramac.
Sappiamo bene che Petrucci vuole approdare in prima squadra, e sappiamo altrettanto bene che Lorenzo nel 2018 è "condannato" a vivere una stagione da protagonista per continuare la propria avventura in Ducati. In caso contrario, questo gioco di pedine si incastrerebbe perfettamente e davvero la Ducati potrebbe diventare l'approdo perfetto per Jonathan Rea in SBK. Non è più giovanissimo, ma siamo certi che un talento come quello di Rea meriterebbe un'onesta chance in MotoGP. Metterlo su una Desmosedici di quelle buone sarebbe un grande gesto anche sportivo per chi ha tante volte battuto la Ducati su una moto diversa.
Siamo romantici? Senza alcun dubbio.
Lo siamo troppo? Ne riparliamo verso giugno del 2018.
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