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martedì 19 dicembre 2017

Con quale MotoGP si cade di più? E' una moto italiana, ma non la costruiscono a Borgo Panigale

Un indovinello piuttosto semplice da risolvere: si tratta ovviamente dell'Aprilia, che ha l'antipatico record di maggior numero di cadute in stagione per moto

Le cadute in MotoGP fanno parte del gioco. Anche Marc Marquez, che si è laureato campione del mondo per la quarta volta nella classe regina, mette assieme un numero impressionante di contatti eccessivamente ravvicinati con l'asfalto in ogni stagione in cui corre. Lo spagnolo sostiene che la caduta sia un processo naturale che avviene quando esplori il limite di gomme e moto, ma c'è anche da sottolineare che nel caso di Marquez la stragrande maggioranza delle cadute avviene durante le prove libere e nelle altre sessioni, ma non in gara. Diverso il discorso per quasi tutti gli altri.

Il sito inglese Crash.net ha deciso di pubblicare una classifica delle cadute, suddividendo il numero di cadute per ogni moto di ogni singolo Costruttore in griglia, in modo da capire quale sia realmente la moto con cui si cade di più oggi in MotoGP. In questa particolare classifica, fino a pochi anni fa, la Ducati occupava purtroppo una salda prima posizione, ma le cose sono decisamente cambiate nelle ultime stagioni ed oggi la classifica ha un volto molto diverso.

Riportiamo i numeri e dopo addentriamoci in un'analisi più approfondita:


  1. Aprilia: 50 cadute totali - 2 moto in griglia = 25 cadute di media per moto
  2. Honda: 84 cadute - 5 moto = 16,8
  3. Suzuki: 25 cadute - 2 moto = 12,5 
  4. Ducati: 97 cadute - 8 moto = 12,1
  5. KTM: 18 cadute - 2 moto = 9
  6. Yamaha: 35 cadute - 4 moto = 8,8
In questo conteggio, come segnalato da Crash.net, il numero di piloti non è stato ovviamente influenzato dalle wild card: quando Nozane, Parkes e Van Der Mark hanno sostituito Folger, la classifica li conteggia come singolo pilota, lasciando ovviamente il numero di piloti Yamaha a quota 4 totali, senza dunque incidere sulla media totale. Stesso discorso per le gare in cui alcuni titolari non hanno corso, ma non sono stati neanche sostituiti, come Rossi a Misano e Espargarò a Sepang.

La classifica vede dunque Aprilia in testa con l'impressionate numero di 50 cadute totali suddivise su due moto, che porta ad una media di 25 cadute per stagione a pilota. C'è da sottolineare che con la RS-GP nel 2017 ha corso Sam Lowes, capace da solo di mettere assieme 31 cadute su 18 gare, il che è una specie di record difficile da eguagliare. Ma non è stato da meno il suo compagno Aleix Espargarò, che di gare ne ha corso anche una in meno avendo saltato Sepang, e comunque ha messo assieme 19 cadute totali. 

Queste 50 cadute possono voler dire che i due piloti Aprilia hanno spinto tantissimo per tutta la stagione, oppure possono significare che la moto di Noale ha ancora qualche difficoltà a trasmettere il limite ai propri piloti. In ogni caso sono dei numeri su cui ragionare a fondo, perchè sono senza dubbio sintomatici di un problema piuttosto profondo. La RS-GP si è dimostrata spesso velocissima in stagione, ma questo primato mette in ombra alcuni aspetti della sua competitività. Come diceva Enzo Ferrari: "per vincere le gare, devi prima finirle...."



Passando alla seconda il classifica, c'è la sorpresa della Honda che ha una media cadute decisamente alta. Marquez fa la sua parte del leone, con 27 cadute totali, ed anche il buon Cal Crutchlow, che ancora ricordano al reparto carene di Ducati Corse, rivaleggia per il top di classifica con 24 cadute. Di certo la Honda non è più la moto equilibrata di qualche anno fa, ed è diventata decisamente meno amichevole. Forse in HRC hanno estremizzato la moto seguendo anche le indicazioni di Marquez, ed il risultato è che la moto, pur essendo molto veloce, non è più "facile" come spesso veniva etichettata qualche anno fa.

Al secondo posto in questa classifica, con una media di 16,8 cadute per moto, la Honda sembra quasi fuori comfort zone. L'elemento che avvalora una maggiore tendenza alla caduta della RC 213v, è il conteggio di cadute di Dani Pedrosa. Nel 2014 lo spagnolo aveva messo assieme solo tre cadute in tutta la stagione, mentre in questo 2017 il conteggio è salito ad un totale di 9. Non sono poche per un pilota come Pedrosa. 

Terzo gradino del podio per una Suzuki in crisi d'identità. La moto di Hamamatsu si è resa protagonista di 25 cadute totali tra i due piloti, con una media di 12,5 cadute per pilota. La GSX-RR sembrava avere nella sua ciclistica uno dei suoi veri punti forti almeno fino al 2016, mentre in questa stagione sia Iannone che Rins hanno più volte saggiato l'asfalto. Secondo le loro opinioni, la causa principale di queste cadute è stata una scelta errata riguardo il motore da omologare ad inizio stagione. Sembra infatti che la specifica scelta si sia rivelata troppo cattiva, mettendo in crisi l'equilibrio generale di un progetto che invece era nato benissimo. C'è da dire che con Iannone in sella, qualsiasi moto ha la naturale tendenza ad omaggiare Newton.


Per trovare la Ducati, si deve dunque scendere da un podio sul quale nessuno vorrebbe stare, per trovare la Casa di Borgo Panigale al quarto posto, con un totale di 97 cadute, che è il numero più alto, ma è diviso sul numero più alto di moto presenti in pista dello stesso Costruttore. La media è di 12,1 cadute per pilota a stagione, che in effetti significa che c'è stato almeno un 33% dei GP in cui nessuna Ducati è caduta. Un bel risultato se si considera da dove si partiva, ovvero una media nel 2012 che probabilmente era il doppio di questa.

In cinque anni sono cambiate tantissime cose, e il progetto Desmosedici è diventato sia molto più competitivo che molto più "facile", diventando di fatto la scelta perfetta per i team privati, come dimostrano le 8 moto Made in Borgo Panigale presenti in griglia MotoGP.


Brillano in questa classifica anche KTM e Yamaha, che occupano rispettivamente la quinta e sesta posizione. Se è naturale trovare la Yamaha M1 così in basso in questa classifica, visto che la moto di Iwata è universalmente riconosciuta come la più equilibrata del lotto, è altrettanto strano trovare la KTM in quinta posizione, con appena 18 cadute totali ed una media di 2,2 per pilota. Un risultato davvero encomiabile per la Casa austriaca, che nel suo anno di debutto in MotoGP si è resa protagonista di una grande crescita. La RC-16 ha dimostrato grandi margini di miglioramento, ed il fatto che sia stata vittima di così poche cadute in stagione, pur essendo Rookie in gara, dimostra la bontà di questo progetto.

A margine del pezzo di Crash.net, il simpatico racconto che ha fatto Cal Crutchlow parlando di Ruben Xaus, vecchia conoscenza di Ducati. Un pilota che aveva una certa abitudine alla caduta e che adottava un sistema tutto suo per allenarsi a cadere al meglio: «Ruben cadeva moltissimo, e so per certo che indossava la sua tuta, il casco e gli stivali, e che si metteva su un trampolino che aveva costruito in casa sua, saldato nel pavimento. Lo utilizzava per saltare e rotolare nelle vaire direzioni, simulando i vari scenari di una caduta. Devo ammettere che nella sua intera carriera, penso si sia fatto male una sola volta ai tempi della BMW in SBK a Brno». 

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