L'ingaggio di Jorge Lorenzo è stato fatto con il preciso intento di vincere il titolo MotoGP con lo spagnolo entro il biennio 2017/2018. Un traguardo che oggi appare più vicino
Quando è stato ingaggiato Jorge Lorenzo dalla Ducati all'inizio del 2016, la Casa italiana non vinceva un Gran Premio dal 2010, ovvero dalla partenza di Casey Stoner verso altri lidi. La crescita della Desmosedici era già sotto gli occhi di tutti, ma c'è da ammettere che lo spagnolo ha accettato quella che all'epoca era indubbiamente una bella sfida. Di certo l'ingaggio messo sul piatto dalla Ducati ha ingolosito Lorenzo, ma pensiamo che la scelta di accettare la proposta Ducati non sia dipesa esclusivamente da fattori economici.Jorge Lorenzo aveva già grandissima stima di Gigi Dall'Igna ai tempi dell'Aprilia, e l'ingegnere italiano conosceva già perfettamente le grandi doti del pilota che si ostina a chiamare "Giorgio" con paterno e sincero affetto. In questa concatenazione di accordi, contratti, idee, nessuno aveva la minima idea che si sarebbe inserito con forza bruta il talento di Andrea Dovizioso. L'italiano era stato scelto per ricoprire il ruolo di alfiere di lusso, ma pur sempre di alfiere. Non era suo il ruolo di Re nella scacchiera Ducati MotoGP, e non era di certo da Dovizioso che la Ducati si aspettava di ricevere tante soddisfazioni e vittorie in stagione.
Eppure la stagione è andata esattamente così, ed una volta fatto il punto della situazione, Lorenzo ha fatto un bilancio in ogni caso positivo, considerato che il passaggio tra Yamaha e Ducati ha richiesto senza dubbio un lungo periodo di adattamento, compiuto con umiltà e perseveranza da parte dello spagnolo. Di certo a Lorenzo è pesato di chiudere la sua prima stagione in MotoGP senza vittorie, cosa che non è mai accaduta dal suo debutto nella classe regina targato 2008.
Tuttavia lo spirito combattivo dello spagnolo emerge con forza dalle sue parole, anche in considerazione del fatto che probabilmente a Sepang Lorenzo ha perso la sua unica chance pulita di vincere la prima gara in sella ad una Ducati. Queste alcune dichiarazioni riportate da Motorsport.com, che sintetizzano l'approccio dello spagnolo al futuro : «Nel 2018 proverò ad ottenere la mia prima vittoria con la Ducati e, naturalmente, lotterò per provare a vincere il Mondiale. Nello sport non ci sono mai garanzie di questo tipo, anche se spero che il processo di adattamento che abbiamo avuto quest'anno mi servirà a migliorare nel 2018».
Il pupillo di Dall'Igna ha poi riconosciuto che il percorso di adattamento alla guida della Ducati Desmosedici, ha richiesto più tempo del previsto, ritenendo però di aver messo a frutto tutta l'esperienza maturata soprattutto nel finale di stagione, che è stato senza dubbio in crescendo: «E' stato un primo anno di adattamento alla squadra. Nuova moto, nuovo marchio, tutto nuovo. E' stato un po' più difficile del previsto. Ad ogni modo, devo continuare con le buone sensazioni dell'ultima parte della stagione e con il miglioramento che abbiamo mostrato nelle ultime gare».
Jorge Lorenzo vincerà il titolo nel 2018?
Ovviamente non ci è possibile rispondere a questa domanda, ma di una cosa siamo più che certi: lo spagnolo in questa prima stagione è stato umile quando necessario ed ha sfoderato gli artigli quando ha potuto. Non si è rassegnato di fronte ai primi problemi ed ha lottato per emergere e comprendere al meglio la "filosofia" Ducati. Molto spesso è in Factory a Bologna e si trova benissimo con la squadra e gli ingegneri in Rosso. E poi del 2017 ci piace anche ricordare l'immagine di un grande campione come lui ai piedi del podio a festeggiare assieme alla squadra il vincitore Dovizioso.
Ci sono stati senza dubbio altri campioni in sella alla Desmosedici, che non avrebbero festeggiato assieme alla squadra se avesse vinto il compagno di Team di turno. Ne approfittiamo per augurare buon Natale ad un angelo di nome Nicky, un bravo ragazzo. Un ottimo pilota ed un grande uomo.
In Ducati, i grandi uomini sono sempre stati apprezzati dai tifosi. Che fossero piloti, ingegneri, meccanici o manager. Le vittorie sono importanti, ma non sono tutto.
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