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domenica 5 giugno 2016

Un week-end nero per il motociclismo

Paul Shoesmith

Dwight Beare

Luis Salom
Tre tragedie in poche ore hanno caratterizzato questo week end di gare. Prima quella di Luis Salom durante le prove della Moto2 a Montmelò in Spagna, poi quella di Dwight Beare avvenuta durante il primo giro della gara di sidecar al TT dell'Isola di Man e poche ore dopo quella di Paul Shoesmith durante le prove della Superstock sempre al TT.
Uno sport pericoloso, forse troppo, ma che ripaga chi lo pratica e chi lo segue con fortissime emozioni. Tre lutti uguali, ma affrontati in modo diverso dai media e dai colleghi. Da un lato la tragedia di Salom ha creato discussioni, polemiche, cambi di tracciato mentre quelle avvenute al TT sono passate quasi in sordina, sono state accettate con una sorta di muta rassegnazione con la consapevolezza della pericolosità di questo sport, senza polemiche, senza cambi di tracciato, senza spostare alberi o quant'altro per rendere sicura la gara più pericolosa e affascinante del mondo. Due modi di vivere il motociclismo in modo differente, giusti entrambi a seconda di come la si voglia guarda. Il grande Ayrton Senna disse:"C'è una certa dose di rischio nelle corse automobilistiche e la F1, come sapete, fa parte di queste corse. Così quando guidi, fai le prove o corri sei esposto a dei rischi. Ci sono rischi calcolati e altri che provocano situazioni inaspettate. E tu puoi non esserci più, cosi, in una frazione di secondo. In questo modo capisci che tu non sei nessuno. All'improvviso la tua vita può finire. Ciò fa parte di questo mestiere, o lo affronti da professionista, in modo distaccato o altrimenti lasci perdere e smetti e si da il caso che io ami troppo quello che faccio per lasciare semplicemente perdere; non posso è parte della mia vita."

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