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martedì 12 aprile 2016

Dovizioso - Quest'anno per il titolo me la gioco

In un'intervista rilasciata a 'La Repubblica', prima della gara di Austin, scopriamo un nuovo Andrea Dovizioso più consapevole dei suoi mezzi e delle sue capacità, senza peli sulla lingua. L'intervista spazia su tutte le tematiche delle ultime settimane.
 "Quando mi sale l'adrenalina a mille io non perdo la testa. Anzi. Mi sento più lucido, razionale. Cadendo i nostri sguardi si sono incrociati: volevo spiegargli tante cose, ma chissà se anche lui è come me...".
"Ho provato a rianimarla. Ad accenderla. Ma sono stato due volte sfortunato. Allora l'ho spinta sino al traguardo, rischiando di farmi scoppiare il cuore per lo sforzo e il caldo: perché anche tre punticini sono importanti, se l'obiettivo è il mondiale".
"Un disastro. Non tanto psicologicamente: perché io so di essere arrivato secondo, l'altra domenica. Il resto non conta. Però in un campionato così equilibrato, con tanti campioni e i dettagli che fanno la differenza, dopo il secondo posto all'esordio è un delitto mortale buttare via una gara così".
"Non l'ho mai sentita tanto forte, da quando sono alla Rossa. Possiamo fare grandi cose. Ma preferisco aspettare l'Europa e circuiti meno veloci, come Jerez, prima di un giudizio definitivo: mancano piccole cose, siamo quasi in paradiso".
"Jorge è un fuoriclasse, ha battuto Valentino a parità di moto e questo dice tutto. Iannone è veloce, lo scorso anno - anche se ho fatto più podi di lui - mi ha messo dei dubbi: ma con questo inizio di stagione, è tutto più chiaro. E la Desmosedici è finalmente competitiva, non ci si lavora più per svilupparla".
"Non sono omologato come il resto dei piloti. Valentino ha creato un modello, irripetibile. La maggior parte del paddock lo imita, perché non ha personalità: i fumetti sul casco, la ricerca della battuta a tutti i costi, quel tono aggressivo ma finto scanzonato. No, non fa per me".
"Avrò meno percentuali di altri, ma quest'anno per il titolo me la gioco. E poi non mi interessa che mi giudichino il migliore, il più figo. Lo so quanto valgo, non ho paura dello specchio".

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