Il 2016 doveva essere l'anno della riscossa, si partiva da una moto più competitiva (la GP15), concepita interamente dalla matita di Dall'Igna, e non più da un'accozzaglia di tentativi sbagliati iniziati con la GP11 e terminati con la GP14.2, ma...le cose non stanno andando come si sperava.
Qatar
2015: Dovizioso secondo, Iannone terzo
2016: Dovizioso secondo, Iannone out
Argentina
2015: Dovizioso secondo, Iannone quarto
2016: Dovizioso tredicesimo, Iannone out
Texas
2015: Dovizioso secondo, Iannone quinto
2016: Dovizioso out, Iannone terzo
Jerez
2015: Dovizioso nono, Iannone sesto
2016: Dovizioso out, Iannone settimo
Analizzando solo i freddi numeri della tabella si nota come il 2016 sia nettamente più disastroso. Se invece guardiamo quello che è successo in pista, notiamo come ci sia stata solo un'involuzione nel concretizzare i risultati.
All'atto pratico non cambia nulla, però è significativo vedere come Dovizioso avrebbe potuto eguagliare i piazzamenti dell'anno scorso e forse migliorarsi in terra di Spagna. Iannone di contro, escludendo i due ritiri, ha centrato un podio fortunosamente (a causa dei tanti ritiri e cadute in Texas) e un settimo posto, risultato peggiore dello scorso anno a Jerez.
Oltre alla sfortuna, la vera differenza tra le due annate è la presenza delle nuove coperture francesi, che stanno condizionando la stagione a tutti i team, non solo della Ducati.
Le Michelin sono in continua evoluzione per ovviare a tutti i problemi che si presentano di volta in volta su ogni circuito.
In Spagna, a detta di tutti i piloti, è stata la volta di un eccessivo spinning sulla copertura posteriore che non permetteva di aprire completamente il gas.
Questi continui cambiamenti di carcassa, comportano un continuo adattamento delle moto da parte dei team, che renderà sicuramente le prestazioni di tutti più livellate, ma che stanno nuocendo allo spettacolo e all'evoluzione delle moto stesse.
Rimane il fatto che Ducati si ritrova comunque sempre in maggior difficoltà della concorrenza, quando sorge un problema il divario aumenta invece di stabilizzarsi come per gli avversari. Questo è un sintomo che la rincorsa non è ancora terminata.
L'Europa doveva essere il banco prova definitivo della consacrazione della Desmosedici GP a moto competitiva, ma al momento ne è uscita con le ossa rotte.
Occorre lavorare ancora parecchio in vista del 2017.
Non bastano un "paio" d'ali per poter tornare a volare.
Nessun commento:
Posta un commento