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venerdì 5 gennaio 2018

Stoner, Dovizioso e Lorenzo: tre piloti, tre stili diversi. Chi seguirà la Ducati?

Da poco si è diffusa la notizia secondo cui sarà Casey Stoner il primo pilota Ducati a testare la GP18. Quando si tratterà di decidere, chi seguiranno gli ingegneri di Borgo Panigale?

I primi metri di una moto in pista spesso svelano gran parte di quello che si dovrà sapere di quella stessa moto. Chiedetelo a qualsiasi pilota, e vi confermerà che una moto "nata bene" lo dimostra immediatamente, dai suoi primissimi metri. Quando un pilota trova sintonia con un mezzo, lo fa in pochissimi minuti e molto spesso per gran parte dei turni iniziali in pista, l'assetto della moto non viene minimamente toccato, proprio per consentire ai piloti di familiarizzare con le nuove sensazioni ed assimilarle al meglio.

Non sarà diverso il caso della Desmosedici GP18, che percorrerà i suoi primi metri in pista a Sepang dal 24 al 26 Gennaio e sarà portata per la prima volta al limite dal tester più veloce della storia della MotoGP, ovvero Casey Stoner. Ci sentiamo di sottolineare questa affermazione con forza, perchè siamo più che certi che Casey oggi sarebbe perfettamente in grado di duellare ad armi pari con qualsiasi pilota su qualsiasi moto in gara, e non ci sentiamo di dire la stessa cosa di qualunque altro tester in MotoGP. Anzi, forse uno c'è, ma è in ogni caso un uomo Ducati, ovvero Michele Pirro, anche lui a Sepang, anche lui perfettamente in grado di spremere al limite la moto.

In questo primo test si inizieranno a tracciare le linee guide che porteranno poi al setup di base, la famosa "base" su cui lavorare per poi adattare la moto ad ogni singola pista. In MotoGP, si è sempre alla perenne ricerca della "base", di quel setup generale della moto che restituisca il corretto feeling al pilota in ogni situazione. E' un momento delicatissimo, perchè per quanto ogni moto abbia un DNA ben definito, i tecnici riescono in ogni caso a modificare buona parte del carattere di un progetto attraverso le corrette regolazioni. Si cambiano altezze, quote, triangolazioni. Si lavora sulle sospensioni, sui freno e tantissimo sull'elettronica. 


Il punto focale però è che in Ducati c'è una difficoltà in più e siamo curiosi di sapere come la Casa di Borgo Panigale deciderà di orientarsi. Il primo problema riguarda Casey Stoner: è un pilota dotato di immenso talento, è velocissimo sempre ed ha uno stile di guida più unico che raro. All'inizio della sua sfolgorante carriera in MotoGP, in tanti pensavano che Stoner fosse figlio dell'era elettronica e che la sua velocità dipendesse dal fatto che si affidava ciecamente all'elettronica mentre i colleghi più "anziani" erano più diffidenti di tutte le diavolerie elettroniche che stavano spuntando sulle moto. Niente di più sbagliato, perchè la realtà è che Casey ha sempre chiesto di settare al minimo qualsiasi controllo elettronico, preferendo affidarsi totalmente al suo talento ed alla sua immensa sensibilità nel polso destro. Stoner ha sviluppato questa incredibile capacità di controllo del gas durante i suoi anni di allenamento e gare nel dirt track in Australia, caratteristica che l'ha poi accompagnato per tutta la sua carriera e lo fa ancora oggi.

Dopo Stoner, sulla moto saliranno Dovizioso e Lorenzo, ed anche qui parliamo di due piloti che guidano in modo molto diverso fra loro. Il primo ha nella staccata furiosa e nel grande controllo sulla trazione in uscita le sue carte, mentre lo spagnolo ha da sempre nella grande capacità di far correre la moto in curva la propria arma migliore. Solo che in Ducati, ha trovato una moto più incline ad essere guidata con il Desmodovi Style, che non un fac simile della Yamaha M1 a cui era abituato. Durante la stagione, in Ducati si è lavorato tantissimo per aiutare Lorenzo a trovare la quadra, ed all'inizio lo sviluppo aerodinamico non piaceva per nulla ad Andrea Dovizioso, mentre consentiva a Lorenzo di tornare a "sentire" l'anteriore come voleva.


Ha prevalso la scuola di pensiero spagnola, e questo è stato forse un segnale importante che non di deve sottovalutare. Un altro segnale importante è giunto con la conferma che la nuova GP18, avrà delle quote ciclistiche profondamente diverse, con un telaio più corto che deriva dalla precisa volontà di Ducati di dare ai propri piloti una moto forse meno stabile in staccata, ma capace di percorrere le curve in un altro modo. 

Sembra insomma che si sia scelto di privilegiare quelle che sono le necessità di Jorge Lorenzo, e la sensazione è avvalorata anche dalle recenti dichiarazioni di Dovizioso, che ha in parte contestato alcune scelte di Ducati, senza però mai essere eccessivamente polemico. Quello che è chiaro, è che Ducati ha a propria disposizione indicazioni abbastanza diverse tra loro, che provengono da tre piloti molto differenti come sono Stoner, Dovizioso e Lorenzo. 

Il punto è che Stoner non corre, e quindi gran parte del suo ruolo è quello di mostrare quale sia il limite della moto. Dovizioso corre e vince, e sarebbe la scelta naturale su cui puntare per tentare di vincere il titolo nel 2018. Lorenzo invece cosa rappresenta? Per ora, Jorge ha dimostrato una grande crescita nel 2017, culminata con le ottime gare del finale di stagione. Ma con un investimento di 25 milioni di euro, è chiaro che la Ducati è "condannata" a vincere con lo spagnolo, anche per ragioni di Marketing. Senza nulla togliere a Dovizioso, che ha forse compreso la situazione ed annunciato senza problemi che sarà difficile accordarsi con Ducati per il futuro, resta da capire se dal punto di vista sportivo questa possa essere la strada migliore.

Nel 2017 la moto aveva dei chiari punti fortissimi e qualche debolezza. Quello che ci si augura da tifosi delle Rosse, è che Ducati non stia correndo il rischio di perdere la sua forza senza risolvere la propria debolezza. Sarebbe un vero peccato perdere la bussola dopo la magnifica avventura del 2017.

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