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martedì 4 aprile 2017

Chiacchiere da Bar: Panigale vs Desmosedici


Premetto che questo non vuole essere un "pezzo" di tecnica, con tutto quello che ne consegue, ma una semplice osservazione personale che potrà non essere condivisa. 
Guardando le gare di Motogp e WSBK si nota una differenza filosofica nello sviluppo delle moto di Borgo Panigale. In Motogp sono anni che si cerca la ricetta giusta per trasformare la furiosa Desmosedici in una moto adatta ad ogni pilota. Purtroppo sappiamo tutti che al momento la Gp17 non è ancora riuscita in questo compito, infatti accetta ancora un solo stile di guida per essere competitiva. Dopo numerosi investimenti, sia a livello economico, sia a livello umano, la D16 non riesce a liberarsi delle sue prerogative iniziali. In WSBK, invece, la Panigale alla ricerca perenne di prestazioni per confrontarsi ad armi pari con la concorrenza a quattro cilindri, è riuscita nonostante l'esasperazione del progetto, a diventare "multitasking", per dirla in gergo 2.0.
Soprattutto guardando gara2 ad Aragon, si nota come la R di Borgo Panigale accetti di buon grado sia la guida "nervosa" di Chaz Davies, fatta di staccate fenomenali, sia la guida più rotonda e precisa di Marco Melandri. Il tutto senza notevoli differenze in termini prestazionali.  Se fino all'anno scorso sembrava una moto destinata, come la sorella da Motogp, ad essere condotta solo con piglio acrobatico per essere sfruttata al meglio, in questa sua ultima evoluzione sembra maturata notevolmente. Anche guardando i piloti privati come Forés, si nota quanto sia cresciuta nella versione finale della sua carriera agonistica. Al suo esordio la Panigale ha sofferto, come in Motogp, il motore portante. Con l'introduzione del V4 non si corre il rischio di portare in SBK gli attuali difetti della GP17? (Visto che sembra essere questa sua conformazione il problema principale).

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