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domenica 5 febbraio 2017

Aspettando Phillip Island

Dal 15 al 17 febbraio si terranno i test Motogp sulla pista australiana di Phillip Island, nel frattempo facciamo il punto della situazione dopo la tre giorni di Sepang. 
Nella tabella possiamo notare come solo 11 piloti siano scesi sotto al muro dei due minuti durante i tre giorni, di cui solo 10 prenderanno parte al campionato perchè, come ben saprete, Casey Stoner non gareggerà: un tester di lusso con un tempo da favola.
Inoltre ci sono stati 16 piloti racchiusi in un solo secondo.
Tutto questo per dire che al momento regna un grande equilibrio, ma già lo sappiamo, ad inizio campionato sembra che tutti debbano vincere.
Nella scorsa stagione ci sono stati ben 9 vincitori differenti non per il grande equilibrio in campo, ma soprattutto a causa del maltempo che in varie occasioni ha rimescolato le carte. Il primato di Marquez non è mai stato messo in discussione, grazie alla sua costanza. Se nel 2014 abbiamo assistito a una vera e propria supremazia prestazionale del "Cabroncito", nel 2016 la "formica di Cervera" si è aggiudicato "solamente" 5 Gp contro i 4 di Jorge Lorenzo, ma rispetto al connazionale è riuscito ha guadagnare qualcosa come 65 punti in più grazie alla costanza di risultati. E proprio la costanza di risultati potrà essere la chiave per il successo in questa stagione così equilibrata sulla carta.
Il favorito d'obbligo resta Marc Marquez, sia per il fatto di essere il campione uscente, sia in virtù delle prestazioni viste durante i test: ottimo giro secco e buon passo nei pochi giri consecutivi effettuati.
Il primo degli sfidanti sembra possa essere Maverick Vinales. Il giovane spagnolo si è trovato subito a suo agio in sella Yamaha, risultando tanto veloce da sopravanzare il più titolato compagno 5 volte su 5 nei test precampionato. Se questo non bastasse, durante i test di Sepang, è stato l'unico pilota a scendere 10 volte sotto il muro due minuti con apparente facilità.
Valentino Rossi non ha brillato per velocità e passo, ma c'è da scommettere che durante le gare venderà cara la pelle, compensando con l'esperienza la velocità dei piloti più giovani, e sprecando il meno possibile. In pratica quello che ha fatto da quando è ritornato in Yamaha.
E ora passiamo allo squadrone Ducati. La nuova Desmosedici sembra finalmente pronta al grande salto, non sembra in affanno come nelle passate stagioni, salvata solamente da un giro a vita persa del pilota di turno. La base sembra finalmente a livello della concorrenza, con i soli aggiustamenti del caso da effettuare di volta in volta. La riprova arriva dal numero di Desmosedici presenti tra i migliori. La sorpresa, se di sorpresa si può parlare, è venuta dalla velocità di Andrea Dovizioso, mai incline alla pura prestazione durante i test, sempre tra i migliori durante i tre giorni. Altra bella sorpresa è venuta da Alvaro Bautista, che seppur munito della "vecchia" GP16 ha ben figurato, raggiungendo prestazioni di tutto rispetto con disinvoltura, surclassando sia Jorge Lorenzo, sia Danilo Petrucci con le Gp17. Ma se al pilota maiorchino posso dare delle attenuanti visto il periodo di apprendistato in sella alla Ducati, per il pilota italiano non ne riesco a trovare. Che la terza GP17 sia finita nel team sbagliato e al pilota sbagliato?
Veniamo ora al grande atteso: Jorge Lorenzo.
Il primo giorno è stato una vera delusione, 17° a oltre un secondo e mezzo dal collaudatore Casey Stoner. In molti hanno iniziato a preoccuparsi, per primo Jorge stesso. Grazie ai consigli del Team e alla sua grande tenacia, nel secondo giorno è riuscito a limare un secondo dal suo crono e un'altro secondo nel terzo.
Certo alla fine dei tre giorni la posizione non era confortante, ma in virtù del distacco minimo e dal fatto di non aver provato un time attack con gomme morbide, il tutto fa ben sperare.
In Australia proverà il freno posteriore al manubrio, come già utilizzato da Dovizioso, per capire se potrà essergli d'aiuto nel gestire la sua Ducati.
E gli altri? Abbiamo ritrovato un redivivo Daniel Pedrosa tornare nelle posizioni che contano, candidandosi come uno dei migliori piloti delle seconde linee. Andrea Iannone è stato subito velocissimo in sella alla sua Suzuki, risultando però ancora troppo spesso incline all'errore, incappando in due cadute nella terza giornata di test.
Le Aprilia continuano il loro sviluppo con un costante miglioramento, soprattutto con Aleix Espargaro, mentre per KTM sembra che non sia così semplice, come da proclami dei suoi dirigenti, colmare il divario dalla vetta.
In conclusione, se dovessi ad oggi stilare un'ipotetica lista di favoriti, metterei come teste di serie Marquez e Vinales, con Rossi subito dietro e come outsider Lorenzo e Dovizioso. Tutti gli altri li vedi solo come comparse nel grande teatro della Motogp.


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